Cuore pulsante del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, il Comune di Teggiano è celebre per il suo borgo medievale perfettamente conservato ed arroccato su un'altura isolata.
Sorta intorno alla fine del XIII secolo, la Cattedrale di Santa Maria Maggiore ha subito diverse trasformazioni col passare del tempo. Inizialmente, l'ingresso principale era infatti situato sulla piazza ed era preceduto da un porticato a tre archi, a sua volta affiancato dal campanile, di fronte al quale sorgeva il Battistero di San Giovanni.
In seguito al terremoto che colpì il vallo di Diano nel 1857, l'omonima città, che poi fu rinominata Teggiano dopo l'Unità d'Italia per evitare omonimie, divenne sede dioecesale e il suo Santo Protettore, San Cono, fu beatificato ufficialmente. Si colse quindi l'occasione, approfittando anche dei lavori di ricostruzione, di ingrandire la struttura della chiesa con il transetto del presbiterio e della sacrestia. L'originale ingresso medievale venne inoltre spostato dalla piazza al vicolo opposto.
L'interno della Cattedrale ospita diverse opere di grande pregio, una su tutte il pulpito, scolpito in pietra di Teggiano da Melchiorre da Montalbano nel 1271, come si legge sui bordi del prospetto laterale. Posizionato su quattro colonne sormontate da altrettanti capitelli e da due archi trilobati, questa struttura reca i simboli degli evangelisti e diverse rappresentazioni allegoriche: nella figura centrale, il leone, simbolo della Chiesa Cattolica, regge la colonna attorcigliata che rappresenta l'umanità; al di sopra di questa è invece raffigurata la quotidiana lotta al peccato tra il corpo e lo spirito, rispettivamente simboleggiati da una lepre, da un guerriero e da un'acquila
Altri punti d'interesse sono le tombe Enrico Sanseverino, gran Connestabile di Napoli, di Stasio De Heustasio, guerriero dianese, e di Orso Malavolta, medico senese. Le tre tombe, risalenti rispettivamente al 1314, al 1472 e al 1488, presentano uno stile molto elaborato: la prima segue la goticitò del XIII secolo, mentre le altre due si rifanno al gusto fastoso del classicismo rinascimentale.
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