Saperi ed eccellenze antiche, tramandate di padre in figlio
Dall’arte presepiale alla sartoria, passando per la lavorazione di ceramiche e coralli, fino ad arrivare a mastri liutai, orefici e gioiellieri, l’artigianato napoletano odierno è erede di una tradizione secolare tra le più apprezzate al mondo.
La creatività e l'eleganza
Se si parla di artigiani campani, una delle prime immagini che giunge alla mente è certamente quella di Via San Gregorio Armeno, la celebre strada delle botteghe presepiali nel centro storico di Napoli, visitata ogni anno da migliaia di turisti.
Considerata a pieno titolo come una vera e propria forma d’arte, la creazione dei presepi si è diffusa nel corso dei secoli, arrivando oggi anche a rielaborare e ad arricchire la scena della natività con personaggi appartenenti alla vita quotidiana di Napoli o dell’Italia tutta.
Altrettanto famosa e ricercata è la sartoria artigianale napoletana, che da Kiton ad Attolini, da Rubinacci a Marinella è in grado di racchiudere tutta la creatività, l’eleganza e lo stile di un popolo. Una storia, quella della moda napoletana, che inizia già a metà del 1300, con la nascita della Confraternita dei Sartori, che divenne il fulcro della produzione tessile del Regno, poi ampliatasi tra ‘400 e ‘600 con la fioritura di rinomate industrie tessili e scuole artigianali.
La produzione sartoriale napoletana tornò in auge nell’800, dimostrando estro, manualità e raffinatezza, capaci, ancora una volta, di competere con la tradizione francese e britannica.
La cultura dell'eccellenza
Tra i principali vanti dell’artigianato partenopeo ci sono anche le ceramiche, tra cui spiccano quelle di Vietri, uno dei più amati prodotti tipici della Costiera Amalfitana, e le porcellane Capodimonte, nate durante il Settecento nella Real Fabbrica dell’omonima Reggia, e per decenni considerate tra le più pregiate al mondo.
La volontà preservare e valorizzare l’anima della cultura campana è espressa e rappresentata anche dalla storica scuola dei mastri liutai napoletani, che è intrinsecamente e indissolubilmente legata al culto della musica in Campania.
Molto particolare e stimata è anche la tradizione dei gioiellieri campani, che fanno spesso uso di materiali tipici di questa terra, trasformandoli poi in veri e proprio oggetti d’arte, oltre che di decorazione.
La città di Torre del Greco, ad esempio, è nota soprattutto per le lavorazioni dei coralli, dei cammei e delle madreperle, tramandatesi sin dall’età antica. Altro materiale molto ricercato è la pietra lavica del Vesuvio che oggi viene utilizzata per esaltare l’originalità mediterranea dei gioielli.
L’importanza dell’oreficeria e della gioielleria a Napoli è peraltro testimoniata dalla presenza in città del “Borgo degli Orefici”, nel quale sono concentrate tutte le più antiche e celebri botteghe specializzate in queste lavorazioni.
Napoli ospita una delle maggiori raccolte di arti decorative d’Italia, vale a dire quella esposta presso Museo il Duca di Martina, nella splendida cornice dell’antica residenza reale borbonica di Villa Floridiana. La collezione, che conta oltre seimila opere di manifattura occidentale ed orientale, databili dal XII al XIX secolo, venne raccolta lungo la seconda metà dell’Ottocento dal Duca di Martina Placido de Sangro, e poi donata nel 1911 alla città di Napoli dai suoi eredi.