Il Monastero dell'Isola di Capri
Quella della Certosa di San Giacomo è una storia di privilegi e ricchezza, di incursioni piratesche e di confische, di abbandono e infine di rinascita come uno dei maggiori simboli dell’Isola di Capri.
Storia del complesso monastico
Edificata in stile tardo romano tra il 1371 e il 1373 per volere del Conte Giacomo Arcucci su un terreno donatogli dalla Regina Giovanna I D’Angiò, la Certosa di San Giacomo fu sede dell'ordine monastico certosino.
La fortuna della Certosa di San Giacomo terminò nell’ottobre del 1808, quando le truppe franco-napoletane di Re Gioacchino Murat, sbarcate in segreto ad Anacapri, dilagarono a Capri sbaragliando la guarnigione britannica che la occupava. Conquistata l’isola, i francesi confiscarono i beni dei monaci e ne soppressero i privilegi: fu la fine di un’epoca di prosperità e potere durata più di 400 anni.
Nel 1815 l’edificio fu destinato a caserma, poi divenne un ospizio e infine, fra il 1860 e il 1898, fu sede della V Compagnia di disciplina, costituita da anarchici e militari accusati di cattiva condotta. Per assistere ad un primo processo di recupero delle originarie strutture trecentesche si dovrà aspettare il 1927.
Nel 1936 il monastero venne poi destinato ai Canonici regolari Lateranensi, che vi istituirono un Ginnasio e una biblioteca. Tuttavia, già durante la seconda guerra mondiale, la Certosa andò di nuovo incontro ad un periodo di abbandono e degrado. Nel 1975 un’ala del monastero divenne sede di un museo interamente dedicato all’opera del pittore tedesco Karl Wilhelm Diefenbach, vissuto sull’isola tra il 1900 e il 1913.
Dopo una serie di importanti interventi di restauro e di adeguamento impiantistico, la Certosa di San Giacomo è oggi sede di esposizioni, convegni, concerti, rappresentazioni ed eventi culturali di prestigio internazionale.
Patrimonio
La Certosa di San Giacomo si contraddistingue per le grandi dimensioni. È suddivisa in una Chiesa, due Chiostri, uno Grande ed uno Piccolo, una Canonica, un Quarto dedicato agli alloggi del Priore, un Refettorio e un piccolo Parco.
Attraversando i vari ambienti, il visitatore potrà osservare marmi, pilastri di età romana e bizantina e affreschi eseguiti tra la fine del XVII e il principio del XVIII secolo. Ancora intatte le dodici abitazioni dei monaci, così come il pozzo in pietra situato nel Chiostro Grande e poggiato su di un’enorme cisterna visitabile, che ha il suo fondo a 21 metri sotto il livello di calpestio del chiostro, probabilmente di età imperiale.
Molto particolare la mole barocca della “torre dell’orologio”, a base quadrata, sormontata da un’eccentrica cuspide triangolare. Il nucleo più significativo del percorso espositivo del complesso è rappresentato dal Refettorio, che dal 1974 ospita un piccolo museo dedicato a Karl Wilhelm Diefenbach, pittore tedesco giunto a Capri nel 1900.
La collezione esposta comprende 31 tele, 5 sculture in gesso e 1 ritratto, gran parte delle quali donate allo Stato italiano dagli suoi eredi dell'artista, che visse sull'isola per tredici anni, fino alla morte nel 1913, producendo più di trecento opere.