Un museo, tre millenni di storia
Situata in una posizione strategica sulla via Latina (odierna Via Casilina), Teanum Sidicinum fu considerata dagli antichi come una delle maggiori città della Campania interna, seconda per importanza solo a Capua. Strenua oppositrice dei Sanniti prima e dei Romani poi, la città fu infine conquistata da questi ultimi, ma ottenne comunque lo status di Municipium con propria monetazione.
Storia
Inaugurato il 12 marzo 2001, il Museo Archeologico di Teanum Sidicinum è ospitato nel complesso monumentale tardo gotico del “Loggione e Cavallerizza”, costruito nel XIV secolo con funzioni politiche e civili e appartenuto alla famiglia Marzano. Nel XVIII, l’edificio fu utilizzato come scuderia per i cavalli delle più importanti famiglie di Teano, ed è stato ceduto, nell’Ottocento, al Comune, che convertì la parte superiore a scuola e quella inferiore a sede del Regio Giudicato.
Nel 1937, gli ambienti del piano inferiore furono trasformati in cinema-teatro, e tali rimasero per circa quarant’anni, quando, a seguito di un’importante opera di restauro, l’edificio fu destinato a sede museale. Dal dicembre 2014, il Ministero tramite il Polo museale della Campania, poi divenuto Direzione regionale Musei nel dicembre 2019.
Patrimonio
All’interno del museo sono esposti i reperti provenienti dagli scavi nel centro antico di Teano e nel territorio di Teanum Sidicinum, antica città nata intorno al 343 a.C, divenuta capitale dei Sidicini, popolazione italica di lingua osca che occupava la zona tra il Lazio meridionale e le terre dei Sanniti.
L’esposizione, organizzata per contesti di rinvenimento, sviluppa le principali dinamiche di occupazione del territorio sulle due navate dell’edificio medievale: l’età dei villaggi (VIII-IV secolo a.C.), esposta nelle sale II-IV, e l’età della città (III secolo a.C. - VII secolo d.C.) esposta nelle sale V-VII.
I nuclei principali sono costituiti dagli oggetti votivi deposti nei santuari, in particolare dall’area sacra sorta in località Loreto e dal santuario del villaggio di località Fondo Ruozzo che ha restituito statuette, vasellame, ceramica miniaturistica, ex voto.
La densità e la ricchezza della popolazione sidicina è, inoltre, testimoniata dai corredi funerari delle necropoli sia dei villaggi, sia delle cittadine (località Torricelle, Campofaio, Gradavola, Carrano, Orto Ceraso), con materiali che vanno dalla fine del VI secolo a.C. alla piena età imperiale romana.
Il Museo ospita anche una sezione dedicata agli scavi urbani, tra i quali il recupero del teatro romano, posto in un’area centrale della città. Il teatro conserva quasi integralmente la cavea e l’edificio scenico con la sua decorazione architettonica e scultorea, pertinente ad un ampliamento di età severiana. Di particolare interesse anche il mosaico con raffigurazione dell’Epifania che costituisce la più antica attestazione di tale tema in Italia su mosaico.
La Sala Conferenze, che può contenere fino a 100 spettatori seduti, è utilizzata anche per mostre temporanee. Attualmente ospita reperti dalla necropoli e dai santuari di Presenzano (Rufrae), centro sannitico abitato dal VII secolo a.C.