La storia e la bellezza del mondo antico nelle parole di Orazio:
“Nessun golfo al mondo risplende più dell’amena Baia”
Luogo di "otium" e di "amoenitas", ovvero di riposo e bellezza, l'antica Baia giace sommersa e conservata, immobile nel tempo ma sempre pronta a dischiudere i propri tesori e a riportare i suoi visitatori all'epoca delle spensierate villeggiature di patrizi e imperatori romani.
Storia
La storia di Baia, il cui nome si dice derivi da Bajos, timoniere e compagno di Ulisse leggendariamente sepolto in questa zona, inizia 2400 anni fa, quando l’attuale zona portuale era ancora terraferma e i promontori di Punta dell'Epitaffio e di Punta del Castello erano chiusi da un istmo di terra che creava così un bacino detto lacus baianum.
I primi insediamenti risalgono al III secolo a.C., raggiungendo il picco di splendore nel I secolo a.C., quando Baia, Bauli (l’antica Bacoli) e Puteoli (l’antica Pozzuoli), si univano in una sorta di unico comprensorio nel quale sorgevano le maestose ville dei patrizi romani e, in seguito, degli Imperatori. A poco a poco, l’area dei Campi Flegrei, da sempre interessata da intensi fenomeni di bradisismo e vulcanici, proseguì in questo suo progressivo sprofondamento. E così, il cuore della villeggiatura del mondo antico si inabissò lentamente nel fondale sabbioso del golfo di Baia, ad una profondità variabile da un minimo di 2 metri ad un massimo di 16 metri.
Patrimonio
A circa 7 metri di profondità, sui fondali antistanti Punta Epitaffio, si estende il ninfeo d'età claudia (41-54 d.C.), appartenente ad un grande complesso che si estendeva dalla cima del promontorio all'antica Baiae fino a circa 400 metri dalla riva di allora.
Le sculture rinvenute sott'acqua vennero successivamente trasferite ed esposte presso il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, istituito all'interno del Castello Aragonese di Baia, mentre copie delle statue furono successivamente ricollocate nella posizione originale del sito sommerso.
A est del ninfeo di Punta Epitaffio vi era poi un nucleo edilizio dotato di terme (I-III secolo d.C.) e di un altro ninfeo di età domizianea (81-96 d.C.), mentre a sud-est sorgeva una imponente villa risalente all'età adrianea (117-138 d.C.).
Molto interessanti sono anche i resti sommersi dei porti commerciali di Baia e, più a nord, di Capo Miseno, quest'ultimo storica sede della flotta imperiale romana.
L'inestimabile valore del parco è dato anche dalla ricchezza del suo ecosistema, formato da un fondale precoralligeno e da comunità di fanerogame marine, principalmente Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa.
L'importanza naturalistica di questi fondali, che si unisce all'importanza archeologica dei reperti, è infatti riconosciuta sia dalla legislazione italiana che da quella comunitaria.